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Le 43 cose da vedere a San Gimignano

Nominare San Gimignano ci catapulta immediatamente nel cuore del medioevo italiano. Il nostro paese ha la fortuna di avere numerosissimi esempi di borghi e atmosfere medievali autentiche ma qui troviamo uno dei più incredibili e meglio conservati capolavori del nostro Paese. Attraversata dalla via Francigena e con il suo inconfondibile profilo che gli conferisce il titolo di Manhattan del medioevo, possiamo solo immaginare quanto doveva essere magnifica, ricca e potente durante i secoli dei comuni e delle signorie. Perfino il territorio offre incredibili tipicità che rendono l’esperienza di visita ancora più coinvolgente.

Tutto questo eccezionale patrimonio oggi è valorizzato e protetto: l’UNESCO lo ha dichiarato patrimonio dell’umanità già dal 1990 e il Touring Club lo ha insignito della Bandiera Arancione. Fa parte inoltre delle Città del Vino e Città dell’Olio. Ma non perdiamo tempo e tuffiamoci insieme nelle atmosfere medievali del cuore della Toscana. La tua guida MasterpieceItalia sta per proporti ben 43 cose da vedere a San Gimignano. Ecco quindi per te, o curioso viaggiatore, cosa fare e cosa vedere a San Gimignano, la Manhattan del medioevo!

43 cose da vedere a San Gimignano

1. DATI DELLA LOCALITA’

  • COMUNE: San Gimignano
  • PROVINCIA: Siena
  • REGIONE: Toscana
  • ALTITUDINE: 325m s.l.m.
  • SANTO PATRONO: San Geminiano (31 gennaio), Santa Fina (12 marzo)
  • ABITANTI: 7450
  • NOME DEGLI ABITANTI: sangimignanesi

2. STORIA DI SAN GIMIGNANO

La lunga storia di San Gimignano si perde nella notte dei tempi. Il territorio è stato frequentato fin dalla preistoria. Le prime evidenti tracce però appartengono al periodo etrusco arcaico con i ritrovamenti di tombe nel borgo e nell’area sacra di Pugiano a pochi chilometri di distanza. Come nel caso di molte altre città, gli Etruschi prediligevamo la sommità delle colline e la vicinanza di rupi e rocce dove scavare le loro necropoli. I romani in genere, si concentravano ad urbanizzare le aree più prossime alle pianure e le valli. La villa romana di Aiano-Torraccia di Chiusi è una delle poche evidenze di questo periodo in questo territorio. Dopo la caduta dell’impero romano, per almeno cinque secoli, poco si sa delle vicende di quest’area spopolata e dipendete dalla vicina e florida Volterra, città sede di vescovi che domina il feudo e il piccolo castello sorto sul Poggio dell Torre.

Ai piedi di questo primo fortilizio il piccolo villaggio sorge sul luogo di incontro di due importante vie di comunicazione. La prima collegava Siena a Pisa (importante città portuale), la seconda collega dall’epoca longobarda i territori di Umbria, Toscana e Lazio, con i territori lombardo-piemontesi a nord evitando i domini dei nemici bizantini. Questa seconda via sarebbe diventata a partire dal IX-X sec. la via Francigena, importante via di pellegrinaggio e di scambi commerciali, motore di crescita economica dei secoli successivi per i borghi e le città che ne venivano attraversate. La prima cinta muraria a difesa (998) include il poggio della Torre con il castello vescovile e il poggio Montestaffoli sede di mercato sempre di proprietà del vescovo di Volterra. Con il continuo prosperare, grazie ai traffici della via Francigena, al di fuori delle mura si formano i quartieri di San Matteo, lungo la strada per Pisa, e di San Giovanni in direzione di Siena. Solo nel 1214 anche queste parti del borgo vengono incluse in una nuova e più ampia cinta muraria.

Il 1200 e il 1300 sono due secoli molto intensi. Tra il 1100 e il 1200 avviene il graduale spostamento della via Francigena dal percorso collinare che passa per San Gimignano, a quello di fondovalle che attraversa Castelfiorentino, Certaldo e Poggibonsi. Nonostante questo, raggiunta una notevole forza e prosperità, nel 1199 San Gimignano si dichiara “libero comune” governato da un podestà che, per motivi di imparzialità, doveva essere sempre “straniero” e in carica per sei mesi. Questo soprattutto a causa della crescente rivalità tra Guelfi e Ghibellini rappresentati dalle potenti famiglie dei Salvucci e degli Ardinghelli. La potenza economica del Comune era rappresentata dalla ricchezza delle sue produzioni come lo Zafferano, esportato in molti Paesi europei e mediterranei, il vino Greco e la Vernaccia, dal commercio della lana e dal prestito di denaro ad usura. In quei tempi le famiglie più ricche e potenti manifestavano la propria supremazia politico-sociale erigendo torri. San Gimignano al suo massimo splendore ne contava ben 72 (oggi purtroppo rimangono solo 14 torri), in una superficie comunale assai limitata rispetto a quella di altri comuni dell’epoca.

Nella metà del 1200 si inasprisce la rivalità tra la guelfa Firenze e la ghibellina Siena. Nel 1255 San Gimignano viene conquistata dai guelfi fiorentini e partecipa al loro fianco nella successiva battaglia di Montaperti (1260) in cui però ad avere la meglio sono i ghibellini Senesi e i loro alleati. Nel 1261 quindi San Gimignano è in mano ghibellina. In questo periodo assistiamo alla divisione del comune in quattro contrade, ciascuna in corrispondenza di una delle porte cittadine: Piazza, Castello, San Matteo e San Giovanni. Sempre in questi secoli si insediano nel comune diversi ordini religiosi: i francescani a San Giovanni, i dominicani a Montestaffoli, gli agostiniani a San Matteo e le benedettine vicino la porta di San Jacopo.

Il 1300 è il secolo in cui si definisce la San Gimignano che vediamo oggi. A metà del secolo avviene uno degli eventi più catastrofici dell’intero continente. La Peste Nera decima ovunque la popolazione, a San Gimignano muore circa il 70% della popolazione. Stremato da malattia e carestia, il comune decide di perdere la sua autonomia e di sottomettersi alla protezione di Firenze. La crisi politico, economica e sociale seguita alla peste continua per diverse decadi ma in parallelo la città si arricchisce a livello artistico. I vari ordini religiosi richiamano via via sempre più artisti ad abbellire le loro chiese. Siamo nel Rinascimento e il comune vede al lavoro importanti personaggi come Domenico Ghirlandaio, Benozzo Gozzoli, Benedetto da Maiano per citarne alcuni. A parte questo, l’aspetto di San Gimignano però non cambia più ed anzi perde parte della sua bellezza scenica. Il repentino spopolamento e la decadenza economica producono crolli e deterioramenti degli antichi palazzi e delle torri. Il borgo viene così congelato nel medioevo e fortunatamente riesce a mantenere e portare fino ai nostri giorni molti capolavori della sua storia.

La peste del 1631 porta San Gimignano nel punto più basso della sua lunga storia riducendo la popolazione a circa 3000 abitanti e facendo diventare il suo territorio tra i più poveri di tutto il Granducato di Toscana. Siamo a circa metà dell’800 quando avviene una riscoperta del medioevo che porta al recupero e al restauro di molte opere e palazzi. Al plebiscito del 1860 i sangimignanesi votano con risicata maggioranza no all’annessione al Regno di Sardegna. Nel 1929 le prime leggi e vincoli che mirano a proteggere il patrimonio storico cittadino graziato in larga parte dai bombardamenti americani durante la seconda guerra mondiale. La meraviglia di San Gimignano viene infine consacrata a “patrimonio dell’umanità” nel 1990.

3. COSA VEDERE A SAN GIMIGNANO

San Gimignano torri visitabili
Torre Grossa, Torri degli Ardinghelli, Torre Rognosa.

I Capolavori a San Gimignano:

TORRI

Uno degli aspetti più conosciuti di San Gimignano sono le famose torri e case-torri. Nel suo periodo di massimo splendore (prima della grande pestilenza della metà del ‘300) se ne contano 72. Nel 1580 il numero è sceso a 25. Oggi ne possiamo ammirare solo 14 più alcune altre scapitozzate (mozzate). La costruzione delle torri manifesta la potenza e la ricchezza della famiglia proprietaria. La prosperità del comune e il numero delle torri edificate testimonia la competizione agguerrita delle varie famiglie nell’esibizione del loro potere. Osservandole bene però ci si accorge che, nonostante la ridotta larghezza, le torri potevano fungere anche da dimora, fortezza, magazzino. La struttura tipica di una torre vedeva al piano terra la bottega, ai primi piani le camere e più in alto la cucina, così che in caso di incendio fortuito fosse più semplice fuggire a terra.
Data l’atmosfera di continuo conflitto tra le varie famiglie, in molte torri possiamo trovare l’ingresso alla parte abitata, a livello del primo piano. Era infatti usanza accedervi tramite scale removibili in modo da impedire attacchi inaspettati così come sarebbe stato comune vedere all’esterno delle torri, balconi o ballatori in legno anch’essi removibili all’occorrenza. Le prime torri vengono edificate spesso isolate e staccate da altri edifici in un contesto urbano diverso da quello che vediamo oggi.
Con il passare del tempo la situazione è tale che il comune deve regolamentare l’altezza delle costruzioni e imporre un riordino urbano per mantenere decoro e mobilità. Ad esempio nel 1255 viene dato come limite di altezza quello della torre Rognosa (la più alta all’epoca con i suoi 51 metri).
Verso il 1300 la costruzione delle torri subisce alcuni cambiamenti. Ad esempio oltre la pietra si aggiunge il mattone e le famiglie tendono ad edificare meno in altezza per curare di più la comodità, più superficie e aperture nelle pareti, avvicinandosi quindi di più al concetto di palazzo.

TORRE ROGNOSA

Costruita nel 1200, all’inizio è chiamata torre del Podestà, proprio perché si erge al di sopra del palazzo vecchio del Podestà costruito alcuni decenni prima. Successivamente viene chiamata torre dell’orologio perché sulla sommità si trova una altana contenente una campana utilizzata dapprima per segnalare pericoli imminenti, successivamente per scandire le ore della giornata. Dopo il trasferimento del Podestà nel vicino palazzo nuovo del Podestà, la torre è utilizzata come prigione e da qui il nome di Rognosa, perché al suo interno vengono rinchiusi coloro che avevano “rogne”. Una legge del 1255, imponeva a tutte le famiglie di edificare torri non più alte di questa torre (51m).

TORRI DEI SALVUCCI

Si tratta di due torri gemelli della metà del 1200 appartenenti alla potente famiglia guelfa dei Salvucci. In origine furono innalzate oltre il limite dei 51m della torre Rognosa e per questo il comune impose di scapitozzarle. I Salvucci erano influenti mercanti e noti usurai ed acerrimi nemici dell’altrettanto ricca e potente famiglia ghibellina degli Ardinghelli.

TORRI DEGLI ARDINGHELLI

Antica famiglia della Sassonia si trasferisce in Italia nel X sec. al seguito dell’imperatore Ottone III, e si stabilisce a Volterra. Vi rimane per circa un paio di secoli poi con l’inizio dei contrasti tra le fazioni di guelfi e ghibellini, ghibellini a cui lei appartiene, deve abbandonare il comune guelfo per trasferirsi a Firenze e San Gimignano. In entrambi i comuni acquisisce una posizione dominante grazie alla ricchezza prodotta dai commerci e dalle attività finanziarie. Qui a San Gimignano deve fare i conti con la fazione guelfa capeggiata dai Salvucci, che saranno sempre suoi agguerriti rivali. Nella seconda metà del 1200, in copia dei rivali, edificano anch’essi due torri gemelle che superano in altezza il limite massimo consentito. Anche queste torri subiscono quindi la scapitozzatura e oggi le vediamo dimezzate della loro altezza originaria.

TORRE DI CUGNANESI

La torre e l’adiacente palazzo omonimo sono della prima metà del 1200 e insieme all’arco dei Becci appartengono al sistema difensivo dalla prima cinta muraria di San Gimignano.

TORRE DEI BECCI

Sempre collegati all’arco dei Becci troviamo la torre e il palazzo, entrambi della prima metà del 1200, di questa ricca famiglia di mercanti che ha ricoperto anche importanti cariche pubbliche nel comune.

TORRE CAMPATELLI

Il suo nucleo più antico è la torre (XII sec.) a cui nei secoli successivi si sono affiancati gli edifici che oggi vediamo e che vanno a costituire un elegante palazzo ottocentesco, grazie all’acquisizione e all’adattamento della famiglia Campitelli che lo ha tenuto fino agli inizi del 2000 quando poi lo ha ceduto al FAI.
Torre e palazzo sono visitabili.

TORRE CHIGI

Torre del 1280 con una estetica più curata appartenuta alla ricca famiglia degli Useppi, potente casato con molte proprietà e castelli nel senese. Presenta il caratteristico “ingresso al primo piano” tipico del periodo di faide tra le ricche famiglie.

TORRE DEL DIAVOLO

Nome curioso dato a seguito di un episodio secondo il quale al ritorno da un viaggio, il proprietario si accorge che la torre è più alta di quanto ricordasse. Ovviamente una crescita anomala della torre non poteva che essere opera del demonio. Da quel giorno quindi le viene attribuito quel nome. La torre è della metà del 1300 ed ha tutte le caratteristiche difensive delle case-torre dell’epoca, con l’ingresso al primo piano, le finestre strette e i buchi nella muratura dove erano installate le passerelle mobili per muoversi in esterno. Sotto la torre inizia una delle vie più ricche del comune: Vicolo dell’Oro, su cui si affacciavano le botteghe dei Battiloro, esperti artigiani che martellavano le monete d’oro zecchino per trasformarle in fogli d’oro sottili utili ricercatissima base per le tavole dipinte.

TORRE GROSSA

E’ la torre più alta (54m) e una delle uniche 3 torri visitabili (insieme alla più alta delle Torri Salvucci e alla Torre Campatelli). I lavori di costruzione sono iniziati nell’agosto del 1300, quattro mesi dopo la visita di Dante Alighieri nel comune, e sono terminati 11 anni dopo. Si può arrivare in cima e ammirare uno stupendo e unico panorama. Nelle giornate più limpide si possono vedere le Alpi Apuane a nord e il Monte Amiata a sud.
L’ingresso alla torre è compreso in quello del Museo Civico sottostante.
Info QUI.

TORRE DI PALAZZO PELLARI

Probabilmente datata a prima del 1237 si trova a pochissima distanza da Torre Grossa.

CASA-TORRE PESCIOLINI

Stupendo edificio datato alla fine del ‘200, è situato appena oltre l’Arco della Cancelleria (prima cinta muraria) in direzione della porta San Matteo. E’ molto più basso delle altre torri e anche di larghezza maggiore, tanto da essere comodamente annoverato tra i palazzi del comune. Le sue larghe pareti ospitano diverse aperture come le stupende bifore sul fronte della torre.

TORRE PETTINI

Torre situata alle spalle delle Torri Salvucci, è datata alla fine del 1200.

CHIESA COLLEGIATA (DUOMO)

In origine, nell’anno 1000, era una semplice pieve, ma con il passare del tempo, di pari passo alla crescita del borgo, è stata ampliata e nell’anno 1148 è diventato uno dei più belli e prestigiosi esempi di chiesa romanica toscana. A consacrarla è stato addirittura un papa, Eugenio III, di passaggio proprio in quel periodo sulla via Francigena. Negli anni successivi ha avuto diverse concessioni e attenzioni da parte dei papi e per questo sia le autorità civili che religiose di San Gimignano si sono sempre adoperate a rendere la chiesa all’altezza degli onori ricevuti. Da metà del ‘200 fino a tutto il ‘600 vengono così eseguiti numerosi lavori di ampliamento e abbellimento. La chiesa a tre navate viene riccamente affrescata.
Sulla parete di destra è possibile ammirare un ciclo di affreschi del Nuovo Testamento, capolavoro di Lippo e Federico Memmi. Si tratta di un ciclo pittorico di grande potenza evocativa e di splendore iconografico, chiaramente ispirato ai canoni di Simone Martini. Sulla parete di sinistra sono narrate le Storie del Vecchio Testamento, realizzate nel 1367 da Bartolo di Fredi. L’interno conserva inoltre le decorazioni policrome tipiche delle chiese medievali, come la magnifica volta a crociera dipinta di blu e gli intradossi delle arcate che separano le navate, decorate con un motivo a bande tipico del gusto toscano. Nella navata di destra troviamo uno dei più bei capolavori del Rinascimento (1468) ovvero la Cappella di Santa Fina. A questa meraviglia hanno lavorato insieme tre artisti fiorentini di grande fama: un architetto, Giuliano da Maiano, uno scultore, Benedetto da Maiano e un pittore, Domenico Ghirlandaio. Non dimentichiamo poi l’Annunciazione lignea di Jacopo della Quercia e gli affreschi sul Giudizio Universale di Taddeo di Bartolo, evidentemente ispirati all’inferno di Dante.
Per info, orari e prezzi QUI.

EX CASTELLO E CHIESA DI SAN DOMENICO

Tra la fine del 900 e la fine del 1100 questo è il luogo su cui sorge il Castello Vescovile del vescovo di Volterra. Alla proclamazione di indipendenza del 1198 la struttura diventa roccaforte per la difesa del libero comune. Dopo la sottomissione alle autorità fiorentine e la costruzione della Rocca di Montestaffoli, la struttura passa ai Domenicani che la trasformano in convento con annessa la Chiesa dedicata a San Domenico (1353). Nel marzo del 1485 viene ospitato fra Girolamo Savonarola inviato dall’Ordine nel borgo per le prediche quaresimali che tenne sul pulpito della Collegiata. I frati rimangono in questo luogo fino alla chiusura voluta dal Granduca Pietro Leopoldo nel 1787. Per alcune decadi diventa carcere femminile e poi maschile dal 1849 al 1991. Oggi è di proprietà comunale.

CHIESA DI SAN LORENZO AL PONTE

Piccola e semplice chiesetta del 1240 situata dinanzi all’ingresso del vecchio castello-convento di San Domenico chiamata “al ponte” proprio a causa dell’antico adiacente ponte levatoio che in origine permetteva di entrare nel castello. In origine sul fianco sinistro, quello che da verso il castello, doveva probabilmente esserci un piccolo porticato a protezione di un’affresco raffigurante la Madonna col Bambino forse dipinto da Simone Martini intorno al 1310. Questo spazio è successivamente stato chiuso a formare un piccolo oratorio per proteggere quanto rimane dell’opera (primi del ‘400). All’interno un suggestivo ambiente affrescato con le storie di San Benedetto e con scene raffiguranti il Cristo, la Madonna e i 12 apostoli (1413 circa).

CHIESA DI SANT’AGOSTINO

Siamo vicini a Porta San Matteo. La chiesa appare molto semplice all’esterno. Ha un’unica navata con tetto a due falde. La sua costruzione è avvenuta tra il 1280 e il 1298. Nella seconda metà del XV sec. viene costruito il chiostro e la chiesa decorata secondo i canoni rinascimentali. Anche qui troviamo una magnifica opera scultorea (1495) di Benedetto da Maiano, opera che custodisce le spoglie mortali di San Bartolo, così come le opere di altri artisti, come ad esempio il ciclo di affreschi sulla vita di Sant’Agostino di Benozzo Gozzoli (1465), gli affreschi di Bartolo di Fredi e una Madonna di Lippo Menni (1317), una tavola dipinta di Piero del Pollaiolo (1483).

CHIESA DI SAN FRANCESCO (Ex chiesa di San Giovanni)

La parte più antica viene eretta all’inizio del 1200, è intitolata a San Giovanni (da qui il nome della contrada nata fuori dalla prima cerchia di mura) e ha la funzione di ospedale Gerosolimitano. Il termine “gerosolimitano” si riferisce all’ordine cavalleresco degli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme che proteggevano e assistevano i pellegrini in viaggio verso i luoghi sacri, soprattutto verso la Terra Santa. Fino alla metà del XVI sec. la ricchezza dell’Ordine garantisce la prosperità e la vita del complesso che però via via diminuisce e nel 1553 vede passare la chiesa nelle mani dei frati Francescani che lo trasformano in piccolo convento. Purtroppo anche la gestione francescana non ha saputo garantire un duraturo benessere alla struttura. Nel 1782 il convento viene chiuso e nel 1787 l’edificio viene venduto ad un certo Salvatorelli che fa demolire tutto tranne la facciata, dalla magnifica architettura di stile pisano-lucchese del XI-XII sec. Sul portone di ingresso è scolpita in rilievo una croce a otto punte che ricorda il periodo di gestione dell’Ordine di monaci-guerrieri.

CHIESA DI SAN BARTOLO

Chiesa intitolata inizialmente a San Matteo, da cui poi il nome della contrada, datata almeno al 1173 quando era probabilmente un ospedale Gerosolimitano sulla via Francigena similmente alla chiesa di San Francesco (Ex chiesa di San Giovanni). Sulla porta infatti rinveniamo anche qui la croce a otto punte che caratterizzava le chiese dell’Ordine Ospitaliero. Nel 1572 venne istituita la “società di San Bortolo” e si intitola la chiesa in onore di questo santo sangimignanese che muore nel 1299 assistendo i lebbrosi nel lazzaretto di Cellole (e le cui spoglie sono custodite nella chiesa di Sant’Agostino).

CHIESA DI SAN GIROLAMO

Vicino alla Porta di San Jacopo si può passare accanto al complesso monastico di San Girolamo datato 1337 e affidato da allora alle monache Benedettine Vallombrosane. La piccola Chiesa di San Girolamo è ad una navata, con la grata che divide la parte claustrale e l’altare decorato da una bella tavola di Vincenzo Tamagni che rappresenta la Madonna in trono col Bambino e i santi Giovanni Gualberto, Benedetto, Giovanni Battista e Girolamo. Dal XVII sec. fa parte del complesso anche la vicina chiesa di San Jacopo al Tempio collegata al monastero da un attraversamento pedonale in muratura fatto costruire dalle monache nel 1637 per potersi recare nella piccola chiesa senza essere viste.

CHIESA DI SAN JACOPO AL TEMPIO

Proprio a ridosso delle mura e della porta di San Jacopo, troviamo questa piccola chiesetta della metà del 1200. Intorno al 1311 diviene proprietà dell’Ordine Gerosolimitano, come testimonia la croce a otto punte sopra l’ingresso. Dal XVII sec. fa parte del vicino complesso di San Girolamo.

CHIESA DI SAN PIETRO IN FOLIANO

Piccola chiesa probabilmente del XII sec. la cui vita religiosa è stata eclissata dalla vicina chiesa di Sant’Agostino. In un periodo di relativa ricchezza, verso la metà del ‘300, i suoi rettori fanno realizzare alcuni affreschi da Memmo di Filippuccio e probabilmente da uno dei figli Lippo o Federico Memmi.

COMPLESSO MUSEALE DELL’EX-CONVENTO DI SANTA CHIARA

Nel 1500 avviene il trasferimento delle monache di Santa Chiara in un complesso che vede già la presenza dello Spedale di Santa Fina. Nel 1700 avviene la riconversione in conservatorio femminile per le signorine di buona famiglia della zona. In anni recenti il complesso è diventato di proprietà comunale ed è stato trasformato in polo museale con diverse funzioni.
Biblioteca e Archivio Storico Comunale
Museo Archeologico – L’allestimento conserva importanti testimonianze dal periodo etrusco arcaico-romano e ci permette un viaggio tra le attività produttive medievali, come vetro e ceramica.
Spedale e Spezieria di Santa Fina – In un edificio della metà del ‘200 troviamo l’antico Spedale intitolato alla santa sangimignanese, creato grazie a numerose offerte. Importante elemento dello Spedale è la Spezieria ci mostra un insieme di suppellettili e arredi delle antiche istituzioni sanitarie del comune. Quella che possiamo ammirare è tra le più antiche farmacie toscane. Interessante vedere la zona di produzione dei medicinali e la bottega dove venivano venduti ai popolani. Un percorso davvero interessante per la comprensione di tutto il lavoro e la sapienza celata dietro gli antichi rimedi.
Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea – Intitolata a Raffaele De Grada, noto pittore milanese vissuto a cavallo tra ‘800 e ‘900 e che ha scelto San Gimignano come sua nuova casa. Il museo propone numerose opere e collezioni, nonché diverse mostre dedicate all’800, al ‘900 e al periodo contemporaneo.
Info QUI.

FONTI MEDIEVALI

Antica fonte pubblica dove si poteva attingere acqua e lavare i panni. La costruzione che si vede è del XIV sec. e va a coprire una precedente fonte di epoca longobarda del IX sec.

PALAZZO VECCHIO DEL PODESTA’ e TEATRO

Antico edificio del XII sec., poi ricostruito con l’attuale forma nel 1239, era utilizzato per le funzioni civili. Nel 1337 la sede amministrativa del comune e la dimora del Podestà viene trasferita nel Palazzo Nuovo del Podestà a pochi metri di distanza sempre su piazza Duomo. Nel 1537, all’interno dell’edificio, viene allestito un teatro al servizio di dilettanti. Il teatro poi viene ristrutturato e riadattato nel 1794 momento in cui si costituisce anche l’Accademia dei Leggieri. Nel 1967 ne diventa proprietario il comune che lo ristruttura e ammoderna mantenendo però la vecchia struttura originaria. Oggi è parte integrante della vita sociale e artistica della città.

PALAZZO NUOVO DEL PODESTA’

Edificio costruito tra il 1289 e 1298, sui resti di un precedente edificio, e ampliato nel 1323, ma solo qualche anno più tardi ha sostituito nel ruolo di edificio amministrativo e dimora del Podestà, il vicino vecchio palazzo. Al centro della facciata si trova un balcone che sostituisce un antico ballatoio detto “arengo” dal quale il Podestà parava alla popolazione. Alla sinistra del Palazzo c’è la Loggia del Comune che presenta tre arcate a tutto sesto, sotto le quali le autorità del governo cittadino prendevano posto durante le cerimonie pubbliche che avvenivano in piazza. La loggia viene costruita all’inizio del 1300 sul luogo in cui si trovava un edificio facente parte dell’adiacente palazzo della famiglia degli Ardinghelli, edificio confiscato come probabile punizione per la sopraelevazione delle torri oltre il limite consentito o per l’appartenenza alla fazione ghibellina. All’interno del Palazzo si trova il sistema museale del Museo Civico e l’accesso alla Torre Grossa. Dietro il Palazzo invece si può ammirare la bellezza del cortile, costruito nel 1323 e riccamente decorato da stemmi dei vari Podestà affrescati o scolpiti, da una cisterna allestita nel 1361 e l‘antica campana del 1328 recentemente restaurata.

MUSEO CIVICO

Si trova ai piani superiori del Palazzo Nuovo del Podestà ed è composto da diverse sale:
Sala del Consiglio – (chiamata anche Sala Dante a ricordo della visita che il poeta fiorentino fece nel 1300 come ambasciatore della lega Guelfa). All’interno di questa sala risalta in tutta la sua bellezza uno stupendo ciclo di stemmi e affreschi del pittore fiorentino Azzo di Masetto della fine del XIII secolo raffiguranti tornei di cavalieri e scene di caccia dedicate a Carlo d’Angiò, che troviamo sul trono nella parete di fronte all’ingresso insieme ad alcuni personaggi che gli rendono omaggio. Sulla parete destra è dipinta la Madonna in Maestà di Lippo Memmi del 1317 ispirata a quella di Simone Martini due anni prima nel Palazzo Pubblico di Siena.
Camera del Podestà – La sala è impreziosita da affreschi dei primi anni del ‘300 di Memmo di Filippuccio (padre di Lippo Memmi) con il tema principale dell’amore e di esempi morali rivolti al podestà per ispirarlo a condurre un buon governo.
Pinacoteca – Racchiude un interessante percorso della storia dell’arte che ha impreziosito il comune a cavallo tra il 1200 e il 1500 con la magnifica opera e il genio degli artisti senesi e fiorentini. Conclude la visita la stupenda pala del Pinturicchio dipinta nel 1511.
Per info, prezzi e orari QUI.

CHIESA DEL QUERCECCHIO

Piccola chiesetta del ‘500 che fu antica sede della confraternita di Santa Fina. L’interno è decorato da motivi ornamentali della fine del Settecento. Annesso alla chiesa c’è l’oratorio di San Francesco con lunette affrescate da Lorenzo Ciardi (XVII-XVIII sec.) raffiguranti storie della vita di San Francesco. L’oratorio è sede del Museo Ornitologico.

MUSEO ORNITOLOGICO

Questo interessante museo raccoglie la collezione privata della marchesa Marianna Panciatichi Ximenes d’Aragona Paolucci che fu grande appassionata di ornitologia. Dei 1260 esemplari donati dalla nobildonna, raccolti per lo più fra il 1866 ed il 1911, attualmente ne troviamo esposti 371.

MUSEO DI ARTE SACRA

L’esposizione raccoglie e presenta un nutrito numero di manufatti sacri e opere provenienti dalla vicina Collegiata e dalle chiese del territorio, come ad esempio pregevoli dipinti su tavola e su tela, sculture, bassorilievi, codici miniati, tessuti e argenti.
Info QUI.

MUSEO SAN GIMIGNANO 1300

Attivo dal 2010 è diventato una delle attrazioni più visitate di San Gimignano. Offre una bellissima riproduzione del borgo così come lo avremmo visto nel 1300 con molti dettagli ed elementi oggi scomparsi. L’esposizione prevede anche diversi percorsi tutti incentrati sulla storia e l’arte di San Gimignano nel medioevo.
Info QUI.

MURA CITTADINE

Nonostante il passare dei secoli San Gimignano ha mantenuto molto delle opere di difesa cittadine. La prima cinta muraria (lunga 1108m), del 998, con il passare del tempo è stata inglobata negli edifici che sono sorti su di essa. La seconda cinta muraria (lunga 2176m) del XIII sec. invece è tutt’oggi ben visibile ed è possibile ammirarla in molti punti soprattutto grazie ad un percorso che corre accanto ad esse in esterno al borgo. Sul lato ovest della città ci sono alcuni torrioni a pianta circolate del periodo Mediceo (XV-XVI sec.). Lungo tutto il perimetro troviamo poi numerose porte di accesso, alcune delle quali hanno il nome della corrispondente contrada.

ROCCA DI MONTESTAFFOLI

Alle origine del borgo il colle ospitava molto probabilmente una piccola rocca del vescovo di Volterra ed un mercato con cui affermava il suo controllo sulla zona. Solo dopo la sottomissione del comune al dominio fiorentino, avvenuto dopo la grande pestilenza del 1348-1353, sul colle viene edificata la rocca di Montestaffoli, presidio di Firenze nella zona. Andata in rovina nel periodo del Granducato di Toscana, è stata ristrutturata nel ‘900 ma ha perso quasi tutti gli edifici interni. Dalla sua unica torretta rimasta agibile si può godere di un incredibile panorama sul borgo e sulla Val d’Elsa.

PIAZZA DELLA CISTERNA

Il centro economico dell’antico comune, la piazza sin dal ‘200 era sede di botteghe e taverne tanto che il nome originale era appunto Piazza delle Taverne e dell’Olmo (questo a causa di un grande albero che occupava un lato della piazza). Nel 1273 il podestà Guccio dei Malavolti (di cui vediamo lo stemma sul lato del pozzo) fa costruire un pozzo ottagonale in travertino, successivamente ampliato nel 1346, e da qui il cambio di nome in Piazza della Cisterna. Sulla piazza oggi possiamo vedere affacciarsi numerosi tra palazzi e torri delle più antiche e ricche famiglie di San Gimignano. Su molti palazzi e torri le caratteristiche buche pontaie, su cui poggiavano balconi e ballatoi in legno.
Palazzo e Torri degli Ardinghelli
Palazzo Pellari
Palazzi e Torri dei Becci e dei Cugnanesi
Palazzo Ridolfi
Palazzo Tortoli dalle stupende bifore trecentesche
Torre mozza del Capitano del Popolo
Palazzo Cortesi-Lolli
Torre del Diavolo
Torre mozza e Palazzo Razzi
Casa Salvestrini, antico spedale di assistenza ai pellegrini

PIAZZA PECORI

Al lato sinistro del Duomo, oltre un sottopassaggio ad arco, si arriva alla piazza intitolata ad un cittadino sangimignanese dell’800, Luigi Pecori. La piazza è chiamata anche della Propositura. Sul suo lato destro si trova la Loggia dell’Annunciazione, per lo stupendo affresco di Domenico Ghirlandaio, o Loggia del Battistero per la presenza di una fonte battesimale del 1472 fatta costruire dagli iscritti alla corporazione della lana. Sulla piazza possiamo trovare anche una piccola cisterna con pozzo coperto da una tettoia (metà del XVII sec.) e l’ingresso al Museo di Arte Sacra.

MUSEO DELLA TORTURA E DELLA PENA DI MORTE

Interessante Museo diviso in due location che offre una mostra di strumenti e tecniche di tortura e documenti della Santa Inquisizione. Attenzione, il luogo è probabilmente poco adatto ai più piccoli. Maggiori info QUI.

MUSEO PEUGEOT

Museo privato dedicato alle vetture e alla storia del marchio Peugeot. Ci sono oltre una trentina di vetture alcune delle quali uniche e di grande valore storico, come ad esempio la 604 limousine usata come papamobile da Giovanni Paolo II in occasione di una visita in Francia. Il museo però comprende anche una serie molto interessante di oggetti e documenti storici che raccontano.

MUSEO DEL VINO E DELLA VERNACCIA

Questo museo è una tappa fondamentale per tutti coloro che cercano nella propria esperienza di viaggio una immersione che comprenda gusti e sapori del territorio. Il percorso documenta il mondo del vino con particolare riguardo alla Vernaccia di San Gimignano, primo vino in Italia a ricevere il marchio DOC (1966). Si possono degustare tutti i vini del territorio e conoscere e organizzare visite guidate presso le aziende produttrici.

I Capolavori nei dintorni di San Gimignano

CONVENTO DI MONTE OLIVETO MINORE

Poco fuori dalla città, in direzione sud, si trova il convento di Monte Oliveto Minore, fondato nel 1340, con lo scopo di servire i pellegrini lungo la via Francigena. Il complesso è legato al monastero Olivetano di Asciano, Monte Oliveto Maggiore, nelle crete senesi. La struttura è visitabile solo su appuntamento contattando il parroco a questa MAIL (olivetani.sangimignano@gmail.com).

ROVINE DI CASTELVECCHIO

Ai margini meridionali della Riserva Naturale Castelvecchio troviamo ciò che resta di un importante insediamento medievale, oggi ormai in completa rovina e avvolto dalla natura: Castrum Vetus, Castelvecchio. L’antico abitato è sorto nel VI-VII sec. probabilmente su un luogo già abitato o visitato in epoca etrusca. Durante l’epoca romana era disabitato a causa della sua lontananza dalle principali vie di comunicazione, ma a seguito della discesa dei Longobardi lungo la penisola ha acquisito maggiore importanza. Nell’anno 1000 è stato trasformato in Castrum, ovvero borgo fortificato per la sua importanza strategica. Il borgo si trovava infatti all’incrocio tra due importanti strade: la via Francigena (nord-sud) e l’antica via del sale etrusca che dalla costa passa per Volterra e raggiungeva l’interno della toscana, verso Arezzo, Cortona e Chiusi. Come accadeva per molte altre località dell’area, anche Castrum Vetus era sotto il controllo del Vescovo di Volterra, anche se gli era concessa una certa autonomia, ma alla fine del XII sec., San Gimignano e Colle Val d’Elsa, divenuti liberi comuni, iniziarono ad avanzare interesse nel controllo del borgo. Dopo una serie di episodi, tradimenti e inganni San Gimignano riesce a prendere possesso della località e a respingere le truppe di Volterra che la volevano riconquistare. San Gimignano vince la disputa e da questo momento utilizza il borgo fortificato per le sue operazioni espansionistiche contro Volterra. Disloca un grande contingente che combatterà con le truppe volterrane per tutto un secolo. Il risultato è l’ulteriore espansione verso sud di San Gimignano e la nascita di un nuovo borgo fortificato sul Montespeculo, Castelnuovo, oggi Castel San Gimignano. Per Castrum Vetus, il controllo di San Gimignano è l’inizio della fine, dato che la sua ricchezza era derivante dal fatto di essere borgo autonomo di confine tra le due città in guerra. Gradualmente dalla fine del 1300 Castrum Vetus inizia a perdere importanza. I diversi episodi di peste del secolo successivo isolano ulteriormente il borgo da San Gimignano, suo protettore, e dal resto della regione. Già nel XVI sec. il borgo è ormai abitato stagionalmente da poche famiglie e verrà presto totalmente abbandonato verso la fine del ‘500. Nel 1979, dopo molti secoli di abbandono e rovina, un gruppo di sangimignanesi e volontari di ogni dove si costituiscono in associazione, il Gruppo Storico Castelvecchio e iniziano un lento lavoro di recupero e salvaguardia di ciò che rimane.
Per INFO GRUPPO STORICO CASTELVECCHIO
Via Quercecchio – ex Chiesa S. Francesco – telefono e fax 0577/941388 – e-mail castelvecchio.valdelsa@gmail.com.

RISERVA NATURALE CASTELVECCHIO

Area Naturale istituita nel 1996 che offre la possibilità di un autentico contatto con la natura di questa parte della Toscana. La morfologia calcarea dei rilievi offre la possibilità di ospitare diversi ambienti boschivi con la propria caratteristica flora e fauna. Gli affioramenti rocciosi sono maggiormente presenti nella parte meridionale, area in cui si trovano i resti di Castrum Vetus, Castelvecchio, antico borgo medievale circondato da profondi solchi vallivi del Botro di Castelvecchio e del Botro della Libaia, in cui troviamo, grazie a particolari caratteristiche climatiche, stupendi esemplari di piante come faggi e aceri montani che normalmente si troverebbero a quote molto maggiori, ed il tasso, albero molto raro che è residuo degli ambienti di milioni di anni fa.

SANTUARIO DI PANCOLE

Sul luogo in cui tra il 1475 e il 1499 Pier Francesco Fiorentino affrescò una piccola edicola votiva con l’immagine della Vergine, oggi si trova il santuario edificato nel 1670 a seguito di una apparizione della Madonna avvenuta due anni prima dinanzi a duna povera pastorella.

PIEVE DI SANTA MARIA ASSUNTA DI CELLOLE

Si hanno notizie di questa chiesa, nella sua versione più antica, già dalla fine del X sec. Nei secoli successivi la pieve viene ampliata e rivista e nel 1238 avviene la sua definitiva consacrazione.

VILLA ROMANA DI AIANO-TORRACCIA DI CHIUSI

Si tratta di un’area archeologica di cui si hanno notizie già dalla fine dell’800 ma che ha avuto riscontro effettivo nella metà del ‘900 a seguito di indagine aeree. Dal 2005 è in fase di scavo ciò che rimane di una stupenda villa romana databile IV-VI sec. d.C.
Proponiamo QUI una risorsa interessante da approfondire se si è interessati all’argomento.

Per la posizione di tutti i luoghi di interesse consulta la nostra Mappa !

cose da vedere a San Gimignano
Torre Rognosa, Castello e Chiesa di San Domenico, Torre del Diavolo, Piazza della Cisterna.

4. PRODOTTI TIPICI DI SAN GIMIGNANO

ARTIGIANATO A SAN GIMIGNANO – Il borgo conserva e mantiene ancora molte tradizioni artistiche e artigianali. Possiamo imbatterci nelle botteghe di ceramisti, cuoiai, tessitori, argentieri, cestai, tutte antiche professioni che si svolgono qui a San Gimignano da diversi secoli.

COSA MANGIARE A SAN GIMIGNANO – Siamo nel cuore della Toscana e della sua cucina. Qui è difficile evitare osterie e ristoranti in cui assaporare piatti tipici della tradizione. Noi però, come al solito, non possiamo trattare qui tutto l’argomento “cucina toscana” quindi ci concentriamo a documentare soltanto quei prodotti unici e tipici del posto, che danno lustro e carattere alla località.

Tra i prodotti del territorio sangimignanese troviamo sua maestà l’Olio extravergine di oliva (con le sue varietà coltivate moraiolo, frantoiano, leccino) perfetto su una bella bruschetta di pane “sciocco” toscano (pane prodotto senza sale). San Gimignano è anche zona di produzione dei più famosi salumi toscani: il Prosciutto Crudo Toscano DOP, il Salame Toscano (con cubettati di grasso a grana grossa), la Finocchiona IGP dal caratteristico profumo e retrogusto di semi di finocchio. La zona è anche luogo di allevamento della Cinta Senese, razza di maiale di questo territorio quasi estinta fino a pochi anni fa ed oggi recuperata. Così come il Cinghiale, molto presente su tutto il territorio e in cucina, anche la Cinta viene allevata principalmente in spazi aperti e boschivi con una alimentazione il più possibile naturale e ricca di ghiande. Altro prodotto tipico e molto importante, tanto da contribuire alla ricchezza di San Gimignano già dal medioevo, è lo Zafferano utilizzato sia in cucina sia nell’arte tessile.

COSA BERE A SAN GIMIGNANO – Quando si pensa al vino di San Gimignano subito si pensa alla Vernaccia DOCG. Una istituzione già dai tempi antichi. Personaggi illustri prima di noi avevano elevato e apprezzato questo vino: Dante, Boccaccio, Lorenzo il Magnifico per citarne alcuni. La Vernaccia di San Gimignano è uno dei vini bianchi più pregiati, primo tra tutti i vini italiani ad aver ricevuto il marchio DOC già nel 1966. Il territorio, accanto a questo capolavoro enogastronomico, offre anche un ottimo San Gimignano Rosso DOC e l’IGT Toscana.

5. COSA FARE A SAN GIMIGNANO

  • FESTA DI SAN GIMIGNANO (31 gennaio) – Festa del Santo Patrono cittadino. Contestualmente nelle piazze del Duomo e della Cisterna si svolge la fiera in onore del santo.
  • FESTA DI SANTA FINA (12 marzo) – Anche Santa Fina viene considerata Santa Patrona e festeggiata e onorata si dalla sua morte avvenuta il 12 marzo del 1253. Contestualmente nelle piazze del Duomo e della Cisterna si svolge la fiera in onore della santa.
  • FIERA DELLE MESSI (metà giugno) – E’ una manifestazione storica di rievocazione medievale che coinvolge il centro storico. Dappertutto spettacoli di artisti di strada, bancarelle di arti e mestieri medievali. La domenica torneo cavalleresco e sfilata di cavalieri, figuranti e sbandieratori.
  • FIERA DI SANTA FINA (agosto) – Bancarelle e stands nelle piazze cittadine.
  • CALICI DI STELLE (10 agosto) – Degustazione di vini di San Gimignano presso il parco della Rocca.
  • FESTA E FIERA DI SANT’AGOSTINO (fine agosto) – Celebrazioni liturgiche e fiera nelle piazze.
  • SAGRA DEL BUONGUSTAIO (fine agosto-inizio settembre) – Sagra gastronomica presso il “campino”.
  • FESTA DELLA MADONNA DELLE PANCOLE (inizio settembre) – Presso il Santuario delle Pancole, celebrazioni liturgiche, stands gastronomici e fuochi pirotecnici.
  • GARA PODISTICA SAN GIMIGNANO-VOLTERRA (autunno) – Gara che si sviluppa su un percorso di 29,5km per lo più su strade bianche e con 900 metri di dislivello e che attraversa uno stupendo territorio toscano ricco di paesaggi naturali e dolci colline modellate da secoli di ingegnosa attività umana.

Per tutte le info su questi eventi clicca QUI.

6. CURIOSITA’

PORTA SAN GIOVANNI – Prima di attraversare la Porta di San Giovanni, si può notare in alto a sinistra un piccolo campanile. Questo è la traccia più evidente della vecchia chiesa barocca della Madonna dei Lumi che dal 1600 era presente proprio sopra l’antica porta. La chiesa viene edificata sopraelevata rispetto la strada che gli passava sotto, perché l’intento è proteggere un antica raffigurazione della Madonna che è stata affrescata in una nicchia della porta stessa e che era ritenuta miracolosa perché apparsa inspiegabilmente “luminosa” agli occhi degli abitanti. Oltrepassato l’ingresso di San Giovanni, in alto a destra e a sinistra, possiamo ancora vedere le colonne appartenenti alla navata della chiesa tagliata a metà nel 1922 per permettere alla strada di essere di nuovo libera in altezza e più transitabile. Sei riuscita/o a vederla?

OSPITE D’ECCEZIONE – L’8 maggio 1300 il Comune ebbe l’onore di ospitare il Sommo Poeta Dante Alighieri in veste di ambasciatore della Lega Guelfa toscana.

VIDEOGIOCHI – San Gimignano è una delle ambientazioni del noto videogame Assassin’s Creed II.

VICOLI DEI MALVICINI – Girando per le vie di San Gimignano e facendo attenzione ai piccoli dettagli possiamo scoprire tante piccole curiosità. Una di queste riguarda un fatto che capitava spesso ogni volta che una famiglia si apprestava a costruire la sua casa a ridosso di un’altra preesistente. Volendo sfruttare una delle pareti del vicino, per risparmiare sui propri costi di costruzione, la famiglia si trovava a dover chiedere il permesso di appoggiarsi. Spesso, a causa degli attriti e delle inimicizie sociali la concessione non veniva data e capitava quindi che ci si trovava a costruire lasciando uno strettissimo spazio, largo circa quanto un mattone, tra i die edifici. Questo spazio viene appunto chiamato Vicolo dei Malvicini e oggi possiamo vederlo chiuso in molti casi, da mattoni, ma comunque ancora facilmente identificabile. Ora tocca a te! Quanti Vicoli dei Malvicini saprai trovare?

IL VECCHIO OLMO – Anticamente su un lato di Piazza della Cisterna era presente un grande e vecchio Olmo. Per ricordare questo albero tanto caro agli abitanti, a seguito della ripavimentazione della piazza avvenuta in epoche recenti, è stata inserita nel luogo in cui l’albero si trovava, una bellissima lunetta in marmo bianco decorata. Prova a trovarla!

OLIO E ZAFFERANO – Due piccoli aneddoti riguardano due tra i prodotti più famosi di San Gimignano. Il primo riguarda l’Olio, oggi largamente prodotto, ma nel medioevo l’ulivo non era molto coltivato ed era utilizzato soprattutto per le lucerne e per la manifattura della lana. In cucina lo avremmo trovato solamente sulle tavole dei più ricchi. Solo a partire dalla fine del medioevo, con la diffusione della mezzadria, l’ulivo inizia a diffondersi e ad essere utilizzato in maniera più diffusa tra la gente comune.
La storia dello Zafferano invece è strettamente legata alla ricchezza che ha permesso a San Gimignano di diventare potente e prospera per tutto il medioevo. Nei primi anni di autonomia (1228), il Libero Comune, per affrontare le ingenti spese belliche della sua espansione si trova ad utilizzare sia il denaro sia un certo quantitativo di zafferano, spezia assai pregiata a quel tempo. Nel 1276 l’amministrazione introdusse dazi sulla sua esportazione, come accadeva per la Vernaccia, già ampiamente ricercata sul mercato. Per tutto ‘200 e il ‘300 è documentato che questo prezioso prodotto veniva commercializzato in molte parti d’Italia, d’Europa e persino nelle lontane aree orientali del mediterraneo. È facile immaginare come i più abili e scaltri mercanti potessero arricchirsi da questo commercio. Molti dei palazzi e delle torri della città appartenevano infatti ad alcuni di questi ricchi uomini d’affari. Lo zafferano era molto utilizzato in cucina, ma anche nella tintura dei tessuti, in medicina e nella pittura.

Cortile del Palazzo Nuovo del Podestà.

7. SERVIZI

  • PARCHEGGI – I principali parcheggi riservati alle auto sono ben distribuiti tra la zona nord (P3-P4) e sud della città (P1-P2). Sono praticamente tutti a pagamento.
    Attenzione che alcuni parcheggi, come quello accanto al cimitero e sotto le mura accanto al P3, sono ad uso esclusivo dei residenti!
    L’area di sosta riservata ai Camper (P5), si trova invece a circa 3 km a sud di San Gimignano, in direzione della frazione Santa Lucia. Non ha allaccio corrente e acqua, ma nei pressi c’è possibilità di carico scarico acque. Questa area di sosta è servita da una zona ricreativa-sportiva (piscina, campi da tennis, bar e ristorante) e da una comoda fermata autobus per raggiungere il borgo.

  • BAGNO PUBBLICO – Ne troviamo uno, accessibile anche ai disabili, sul retro della vecchia Cancelleria. Toilette “indipendenti”, con porte automatiche a moneta sono presenti presso i principali parcheggi e presso il parco della Rocca. Non abbiamo però info aggiornate sulle condizioni e sul funzionamento di questi servizi.

  • ACCESSIBILITA’ – San Gimignano è un borgo medievale impostato su di una collina. Salite, dislivelli, scale sono inevitabili. La maggior parte delle vie sono ben pavimentate e percorribili anche da sedie a rotelle. Purtroppo sono da segnalare moltissime barriere che rendono difficoltosa, se non impossibile, l’esperienza di viaggio per chi ha disabilità di vario tipo. Moltissimi luoghi, come negozi, bar e ristoranti, ma anche luoghi pubblici, come Musei e Palazzi hanno criticità di diverso livello.
    Probabilmente, in parte, è dovuto anche alla stringente normativa che tutela i beni storici. Ci auguriamo comunque che in prossimo futuro si riesca a trovare e ad adottare, soprattutto per un sito riconosciuto “patrimonio dell’umanità“, soluzioni semplici e ingegnose per tutelare sia l’aspetto storico sia i diritti e la dignità delle persone con disabilità.

Per scoprire la posizione di alcuni servizi descritti consulta la nostra Mappa.

8. CONSIGLI
  1. San Gimignano è una cittadina medievale davvero meravigliosa. Va vissuta lentamente e osservando i molti dettagli sparsi tra vicoli, piazze e monumenti.
  2. Cerca le tracce delle torri che oggi non ci sono più.
  3. Perditi tra le numerose botteghe artigiane e tra i deliziosi negozietti di prodotti tipici.
  4. Visita i principali monumenti cittadini, come Il Palazzo Nuovo del Podestà con il Museo Civico, il Polo Museale di Santa Chiara e il Duomo.
  5. Scopri tutti i panorami di San Gimignano, salendo sulla Torre Grossa, andando alla Rocca o esplorando i dintorni della città.
  6. Ovviamente, mai lasciare un luogo senza aver riempito il palato dei sapori autentici del borgo!
9. COLLEGAMENTI E RISORSE

COMUNE DI SAN GIMIGNANO

TURISMO SAN GIMIGNANO

UFFICIO INFORMAZIONI TURISTICHE – pro loco
Piazza Duomo, 1 San Gimignano
Tel +39 0577 940008 – Fax + 39 0577 940903
e-mail: info@sangimignano.com

CHECK POINT BUS TURISTICI
Via Baccanella
Tel. +39 0577 990375

UFFICIO PARCHEGGI
Piazzale Martiri Montemaggio
Tel. +39 0577 990377
E-mail: parcheggi@comune.sangimignano.si.it

GRUPPO STORICO CASTELVECCHIO
Via Quercecchio – ex Chiesa S. Francesco
telefono e fax 0577/941388
e-mail castelvecchio.valdelsa@gmail.com

DUOMO DI SAN GIMIGNANO

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